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ZER0
 

Nel cosmo, al grido umano corrisponde pariteticamente un rumore spropositato, un’albero che cade, un terremoto, il ghiaccio che si spacca, una mareggiata, un vulcano che erutta. Cariche energetiche che sfogano in un’atto potente che crea a sua volta nuove reazioni anche a distanza di tempo e spazio. 

Si tratta di un disequilibrio che scatena l’esplosione di una carica accumulata nel tempo. 

L’urlo, il grido, consiste nell’esternazione di ciò che non può più essere contenuto. Un atto caratterizzato da un suono fragoroso capace di cambiare inevitabilmente la realtà, nulla rimane come prima. 

In un rapporto consequenziale dove non sempre l’effetto dell’azione è diretto e immediato, a volte esiste un fattore umano o un elemento nascosto capace di grande risonanza. 

Nell’uomo un accumulo di frustrazioni carica una certa dose d’ira, disperazione o sentimenti contrastanti, che per un ulteriore squilibrio sfogano l’urlo. Esso è l’esternalizzazione sonora di un sentimento intimo ed interno che prende forma in onde sonore fino allo svanire delle stesse. 

Viviamo in uno stato collettivo di fastidio e rabbia costanti, spesso ci accompagna un intenso desiderio di simbolica esplosione. 

La reazione che si desidera ottenere tramite il grido giunge separatamente e secondariamente all’atto di sfogo e coinvolge altri sensi, altre emozioni ed altre entità che non dipendono direttamente dall’atto fisico. 

Il grido coinvolge indirettamente le reazioni psichiche e fisiche dell’altro, è risonanza e affermazione di sé e degli altri, dolore e credo, è capace di caricarsi di istanze politiche, desideri e aspirazioni nonostante la sua caratteristica immaterialità. 

In questo tempo di silenzio gridare è rivoluzionario. 

 

La collaborazione è nata da una necessità condivisa, un desiderio di cercare l’urlo, l’esplosione tanto destabilizzante quanto necessaria utilizzando i nostri linguaggi artistici fondendoli e ponendoli in dialogo. Le possibilità nel descrivere un sentimento comune attraverso diversi linguaggi artistici frutto di percorsi diversi ha fin da subito mostrato interessanti risultati. Il primo obiettivo è stato quello di lavorare insieme sull’immaterialità dell’urlo, lavorare sul vuoto attraverso il pieno della scultura, dell’argilla e del metallo. 

Il secondo obiettivo è stato quello di riflettere sul rapporto del fruitore con l’opera. Il nostro intento è stato quello di creare una scultura-dispositivo capace di risonanza. 

Abbiamo voluto che il fruitore dell’opera entrasse nella stessa camminando accanto la struttura che sostiene l’urlo accompagnato da uno stato di ansia scaturito dal senso di fragilità dell’opera, come se lo spettatore potesse lui stesso scatenare un’ulteriore esplosione. 

Tecnica di realizzazione

Terra pirofila

ingobbio

ossidi.

Lavorazione a lastre

L 550 H 180 P 40

8 fighi 8-1.jpg

“ La grande opera nata da questo incontro dirompente tra artisti stilisticamente molto diversi tra loro, segna idealmente un nuovo tassello di scambio tra l’ambito della scultura e la materia ceramica. Gli elementi si fondono insieme, perdendo i ruoli tradizionali, per ricrearsi in un’installazione. Non ferro, non ceramica, ma la spazializzazione di un suono che ci arriva, percettibile attraverso il senso della nostra memoria. 

Nella scultura il ferro sostiene, diviene architettura post industriale, rimodulata per contenere delle lastre in ceramica rotte che indicano un punto preciso della visione degli artisti: il vuoto, l’urlo, il punto zero. Le fratture sono impietose, danno luogo a crepe che sembrano lavorare nel profondo della nostra anima. Le saldature a vista diventano cicatrici del lavoro scultoreo, il silenzio spaziale tra una lastra e l’altra è interruzione, una pausa che aumenta l’inquietudine dello spettatore e permette all’urlo di farsi sentire ancora più forte. 

Questa scultura chiede un’azione al pubblico: guardare le prospettive, camminarci attorno, percorrerla. Ha una dimensione dove l’elemento umano diviene la continuità del lavoro da un capo all’altro. “ 

Dott.ssa Mara De Fanti 

ZERO - presentato presso MIDEC Museo Internazionale Design Ceramico,

Lungomare Perabò 5, Laveno Mombello (VA) il 02/03/2024

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